Ciclo carolingio e arturiano
I grandi poemi agli inizi delle letterature in volgare cantano, spesso anche alcuni secoli dopo, lo svolgimento dei fatti narrati, le vicende di un popolo o le gesta dei suoi eroi, prendendo spunto da avvenimenti reali, ma trasfigurandoli in modo leggendario rendendoli eroi o miti.
Tali testi si distinguono in poemi veri e propri o canzoni, ovvero narrazioni che si sviluppano intorno ad un personaggio o ad un avvenimento, e in cantari, composti da parti relativamente autonome.
Può a volte capitare che più opere trattano, aggiungendo elementi narrativi e arricchendo le storie dei personaggi, il medesimo argomento, in questo caso si parla allora di cicli.
Tipici esempi sono: il ciclo carolingio (Carlo Magno ed i suoi paladini) ed il ciclo bretone (Re Artù ed i cavalieri della tavola rotonda). Lo stile dei poemi epici fa presupporre che, almeno inizialmente, la loro diffusione sia stata soprattutto in forma orale, infatti gli autori sono singoli poeti, il cui nome spesso non è pervenuto.
Una prima teoria dei generi, basata sul contenuto delle opere, appare all'inizio del XII sec. con il poeta-giullare francese Jeal Bodel (1167-12109), che distingue la materia narrativa in tre tipi:
la materia di Francia (le canzoni di gesta), la materia di Bretagna, il ciclo di racconti e romanzi detti bretoni; la materia di Roma, che attinge direttamente dalla tradizione latina.
Mentre in Provenza fiorisce la lirica in lingua d'oc, a partire dall'XI secolo nella Francia settentrionale, sottoposta al dominio della dinastia capetingia, si sviluppa una letteratura basata su poemi epici detti chansons de geste ('canzoni che narrano imprese eroiche").
Parlando di "Materia di Francia" si fa riferimento al ciclo carolingio, che ebbe grande fama già tra la fine dell'XI e del XII secolo con i canti dei poeti cortesi e dei giullari, e con le opere dei chierici, che lo diffondono questo genere ovunque e presso ogni ceto sociale. La sua fama, tuttavia non si ferma qui, difatti ebbe modo di godere di un altro bel momento di popolarità tra la seconda metà del XV e l'inizio del XVI secolo, il tema medioevale con personaggio principale il paladino Orlando, viene scelto ancora come protagonista prima nel poema di Matteo Maria Boiardo, l'Orlando innamorato e poi nel poema più famoso di Ludovico Ariosto, l'Orlando furioso, considerato una delle opere più alte della letteratura italiana.
Un altro fenomeno tipicamente italiano fu quello della contaminazione tra il ciclo bretone e quello carolingio, nello stesso modo in cui nell'Italia meridionale si recitano, grazie ai pupari, sulle piazze le avventure di Orlando e di Rinaldo, sostituendo i Saraceni con i più moderni Turchi.
Quando ci si riferisce a questo genere letterario si fa riferimento a quel complesso di canzoni di gesta francesi medioevali che ruota intorno all'eroica figura di Carlo Magno in cui vengono celebrate, in maniera egregia e rappresentativa, oltre alle sue gesta eroiche, anche quelle dei suoi fedeli paladini così da costruire una sorta di grande poetica dell'Impero Carolingio. Nasce così tutta una serie di canzoni indicate complessivamente come "Materia di Francia". Si tratta di un complesso di canzoni di gesta francesi medievali, imperniate intorno alla solenne figura di Carlo Magno e celebranti le sue imprese e quelle dei suoi fedeli paladini e quelle ancora di altri sovrani suoi predecessori e successori, sì da costituire una sorta di grande storia poetica dell'Impero carolingio. Al ciclo carolingio appartengono delle canzoni di gesta (chansons de geste), che esaltano le imprese straordinarie dell'imperatore Carlo Magno (742-814) e dei paladini di Francia, cioè tutti i nobili della sua corte, primo tra tutti Orlando (nipote di Carlo), che combattono per alti ideali, come la fede religiosa, la patria, il sovrano, l'onore. La materia di Britannia o ciclo Bretone o ciclo aturiano in virtù del suo eponimo (dal greco epónymos, composto di epí "sopra" e ónoma "nome"; cioè "soprannominatore": Indica un personaggio, sia esso reale o fittizio, che dà il suo nome a una città, un luogo geografico, una dinastia, un periodo storico, un movimento artistico, o altro). Con questa definizione si indica l'insieme delle leggende del popolo celtico, la storia mitologica legata al territorio delle isole britanniche e della Bretagna, in particolar modo quelle riguardanti re Artù e i suoi cavalieri della Tavola Rotonda le cui vicende hanno "viaggiato" nel tempo, partendo dal Basso Medioevo (convenzionalmente compreso tra l'anno 1000 e il 1492) e resistendo "eroicamente" ai cambiamenti ed alle varie influenze, giungendo fino a noi in un serie di preziosi libri scritti in varie lingue (latino, francese, inglese, tedesco e italiano). Tra i temi del ciclo arturiano molti hanno origine nella leggenda, altri invece sono frutto di aggiunte ed integrazioni fatti nel tempo frutto della grande creatività dei numerosi autori che si sono succeduti.
Originariamente la letteratura legata a La materia di Bretagna si sviluppò in Francia settentrionale contemporaneamente all'epopea delle canzone di gesta (chanson de geste) prendendo avvio dalla Historia regum Britanniae (Goffredo di Monmouth 1135). La storia consiste in una compilazione romanzesca di amori, magie e avventure, più tardi liberamente tradotta in Francia in versi francesi. Essendo stata tradotta liberamente e in una lingua molto comprensibile e vicina al popolo, l'opera divenne subito facilmente accessibile a un pubblico più vasto dando così avvio a una ricchissima produzione prima in versi e più tardi anche in prosa e le ragioni di ciò possono essere trovate nel fatto che, il ritmo e la rima rendono più facile la divulgazione orale facilitando la memorizzazione delle parole e di conseguenza di tutta la storia narrata/cantata.
Relativamente alle differenze tra il ciclo bretone e la chansòn de geste tipica del ciclo carolingio, possiamo dire che Il ciclo bretone si sviluppò in ambienti cortesi, pregni di discussioni di natura amorosa e ha come motivo principale non la lotta collettiva contro gli infedeli, bensì l'amore.
Il cavaliere della Tavola Rotonda alla corte di re Artù diversamente dall'Orlando della Chanson de Roland che muore come un martire con tutti i suoi uomini, ma è un cavaliere solitario ed errante che fa di tutto per trovare sfide sempre più difficili al fine di impressionare e fare colpo sulla donna che ama per arrivare al suo cuore e conquistarla.
Tra le storie più celebri si ricordano le leggende su Merlino e la spada Excalibur, l'origine prodigiosa e l'inizio del regno di Artù, l'amore tra Lancillotto e la regina Ginevra, moglie di Artù, l'amore di Tristano e Isotta, moglie di re Marco, le vicissitudini, le avventure e le ricerche riguardanti la fata Morgana e suo figlio Mordred, i cavalieri della Tavola Rotonda, la figura di Perceval e il tema del Graal.
.